IL VALORE E LE LIMITAZIONI DEL TEMPO DI COAGULAZIONE NELLO STUDIO DELLE MALATTIE EMORRAGICHE

Il tempo di coagulazione è una misura del potere intrinseco del sangue di convertire il fibrinogeno in fibrina. È un test empirico non importa quanto eseguito, e quindi per essere affidabile richiede che il test venga eseguito su sangue venoso in condizioni strettamente controllate. Una procedura raccomandata è delineata in dettaglio.

Il tempo di coagulazione è prolungato in emofilia, ipoprotrombinemia, afibrinogenemia ed eparinemia. Nell’emofilia, il tempo di coagulazione teoricamente è una misura della gravità della malattia ma praticamente è di valore limitato poiché il tempo di coagulazione può essere entro i limiti normali in alcuni pazienti; la protrombina consumata nella coagulazione del sangue emofilo è quindi una guida migliore per la diagnosi. Il tempo di coagulazione nell’ipoprotrombinemia è relativamente poco prolungato fino a quando non si verifica una drastica riduzione. Il test non ha quindi alcun valore per stabilire una condizione emorragica nell’ipoprotrombinemia. In afibrinogenemia il sangue è incoagulabile. Una piccola quantità di fibrinogeno ripristina il tempo di coagulazione alla normalità.

La presenza di eparina aumenta il tempo di coagulazione. Il test è quindi utile per controllare l’azione terapeutica di questo farmaco.

L’autore senior, nel fare un sondaggio della letteratura sulle malattie emorragiche in preparazione della sua monografia, è stato colpito dai contributi significativi e diversi che il Dr. George R. Minot ha fatto a questo campo della medicina. Ci sentiamo onorati di contribuire con questo studio alla raccolta di documenti offerti come giusto tributo al Dott. Minot, che ha combinato con successo e in modo produttivo scienza e medicina clinica.

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