Citalopram

Effetti Collaterali

Il citalopram – come qualsiasi altro farmaco – può indurre vari effetti collaterali. Il tipo di effetti avversi e l’intensità con cui si manifestano variano fra un paziente e l’altro a seconda della sensibilità individuale nei confronti del farmaco.
Di seguito sono riportati i principali effetti collaterali che si possono manifestare durante la terapia con citalopram.

Patologie del sistema emolinfopoietico

Il trattamento con citalopram potrebbe influire sul sistema emolinfopoietico (il sistema responsabile della sintesi delle cellule del sangue). In particolare, il citalopram può indurre piastrinopenia, ovvero può provocare una riduzione del numero di piastrine nel circolo ematico, con conseguente aumentata suscettibilità a sanguinamenti anomali e/o emorragie.

Patologie endocrine

Il citalopram può scatenare la sindrome da inappropriata produzione di ormone antidiuretico (SIADH). A questa sindrome potrebbe essere imputata l’insorgenza d’iponatriemia, cioè una diminuzione dei livelli di sodio nel circolo sanguigno.

Disturbi del metabolismo e della nutrizione

È molto comune la diminuzione dell’appetito e del peso corporeo in seguito al trattamento con citalopram. Tuttavia – anche se più di rado – il citalopram può anche favorire un aumento dell’appetito e del peso corporeo.
Il farmaco, inoltre, può causare ipokaliemia, cioè una diminuzione dei livelli ematici di potassio. Tale diminuzione potrebbe dare origine a problemi cardiaci.

Disturbi psichiatrici

Il trattamento con citalopram può dare origine a diversi effetti avversi di tipo psichiatrico, fra cui:

  • Agitazione;
  • Ansia;
  • Nervosismo;
  • Diminuzione della libido;
  • Stato confusionale;
  • Disturbi dell’attività onirica;
  • Aggressività;
  • Depersonalizzazione;
  • Allucinazioni;
  • Mania;
  • Attacchi di panico;
  • Irrequietezza;
  • Ideazione e comportamento suicida.

Patologie del sistema nervoso

La terapia con citalopram può causare sonnolenza, cefalea, insonnia, tremori, parestesia, capogiri e disturbi dell’attenzione. Il farmaco, inoltre, può causare convulsioni, disturbi extrapiramidali (ovvero sintomi Parkinson-simili), discinesia e disturbi del movimento.

Patologie dell’occhio

In seguito all’assunzione di citalopram possono manifestarsi midriasi (dilatazione della pupilla) e disturbi visivi.

Patologie dell’orecchio

L’uso di citalopram può causare il tinnito, cioè un disturbo caratterizzato dalla percezione di rumori come fruscii, ronzii, fischi, ecc.

Patologie cardiovascolari

La terapia con citalopram può provocare bradicardia, tachicardia, aritmie ventricolari e prolungamento dell’intervallo QT.
A livello vascolare, invece, il citalopram può causare ipotensione ortostatica, cioè il brusco abbassamento della pressione sanguigna in seguito al passaggio da una posizione seduta o stesa a una posizione eretta.

Patologie gastrointestinali

Il citalopram può causare nausea, vomito, diarrea o stitichezza, bocca secca e perfino emorragie gastrointestinali e rettali.

Patologie epatobiliari

Il trattamento con citalopram può causare un’alterazione dei test di funzionalità epatica e favorire l’insorgenza di epatiti.

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

Il citalopram può provocare reazioni cutanee, orticaria, prurito, aumento della sudorazione, alopecia, ecchimosi (lividi) e angioedema. Il farmaco, inoltre, può causare reazioni di fotosensibilità e porpora (comparsa di macchie su pelle, organi e mucose dovute alla rottura di capillari).

Patologie della mammella e dell’apparato riproduttivo

Negli uomini, il trattamento con citalopram può provocare impotenza, disturbi dell’eiaculazione, mancata eiaculazione, priapismo (erezione lunga e dolorosa non accompagnata da eccitazione sessuale) e galattorrea (secrezione di latte dai capezzoli).
Nelle donne, invece, la terapia con citalopram può provocare menorragia (eccessiva perdita di sangue durante il ciclo mestruale) e metrorragia (sanguinamento uterino anomalo – abbondante e per un lungo periodo – che si verifica fra due cicli mestruali consecutivi).

Sindrome serotoninergica

Il trattamento con citalopram può causare la sindrome serotoninergica, soprattutto quando è utilizzato in associazione ad altri farmaci in grado di aumentare il segnale della serotonina.
Questa sindrome è caratterizzata da un eccesso dell’attività serotoninergica nel sistema nervoso centrale. Può anche essere definita come un avvelenamento da serotonina. La sindrome può manifestarsi in forma lieve, moderata o grave.
I principali sintomi che possono insorgere sono:

  • Tachicardia;
  • Brividi;
  • Aumento della sudorazione;
  • Cefalea;
  • Midriasi;
  • Tremori;
  • Mioclonia (breve e involontaria contrazione di un muscolo o di un gruppo di muscoli);
  • Spasmi;
  • Riflessi accentuati;
  • Accentuazione dei rumori intestinali (borborigmi);
  • Diarrea;
  • Ipertensione arteriosa;
  • Febbre;
  • Rabdomiolisi (rottura delle cellule del muscolo scheletrico e conseguente rilascio nel circolo ematico delle sostanze presenti all’interno della muscolatura);
  • Convulsioni;
  • Insufficienza renale.

Nel caso la sindrome si manifesti in forma grave, si ha un marcato aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa e il paziente può entrare in uno stato di shock.

Fratture ossee

È stato evidenziato un aumentato rischio di fratture ossee durante la terapia con citalopram, prevalentemente in pazienti con oltre 50 anni d’età.

Sintomi da sospensione

In seguito alla brusca interruzione del trattamento con citalopram possono insorgere i cosiddetti sintomi da sospensione. Tali sintomi sono capogiri, disturbi sensoriali, agitazione, ansia, nausea, vomito, tremore, confusione, palpitazioni, cefalea, diarrea, instabilità emotiva e disturbi visivi.

Altri effetti collaterali

Altri effetti collaterali che possono insorgere durante il trattamento con citalopram sono:

  • Reazioni allergiche in soggetti sensibili;
  • Affaticamento;
  • Mialgia;
  • Artralgia;
  • Ritenzione urinaria;
  • Edema;
  • Febbre.

Sovradosaggio

Non esiste un antidoto in caso di sovradosaggio da citalopram, pertanto, la terapia è solo sintomatica e di supporto. I sintomi che si possono manifestare sono stanchezza, debolezza, sedazione, nausea, tremore e tachicardia. Nei casi di sovradosaggio più gravi possono anche insorgere convulsioni e rabdomiolisi.
In caso d’iperdosaggio può essere utile l’utilizzo di carbone attivo, di lassativi osmotici e la lavanda gastrica. In ogni caso, qualora si sospetti di aver assunto una dose eccessiva di farmaco è necessario contattare immediatamente un medico e/o rivolgersi al più vicino centro ospedaliero.

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