Charlie Chaplin vs. Nazis: The stranger-than-fiction story

Mentre si diffondevano notizie sull’atroce e sistematico genocidio perpetrato in tutta Europa dal Partito nazista di Adolf Hitler, l’attore Charlie Chaplin sentiva il bisogno di raschiare il suo ultimo film, una parodia del fascismo chiamato Il Grande Dittatore. Quando il presidente Franklin D. Roosevelt inviò a Chaplin un messaggio personale esortandolo ad andare avanti con il film, Chaplin decise di pubblicarlo nel 1940.

Il Grande dittatore è diventato il film di maggior successo commerciale di Charlie Chaplin ed è considerato uno dei più importanti satiri politici della storia del cinema. Nel film, Chaplin interpreta due personaggi nel paese immaginario Tomainia: un barbiere ebreo e sovrano autocratico del paese, Adenoid Hynkel.

Adenoid Hynkel è un personaggio creato da Charlie Chaplin per minare l’agenda politica di Adolf Hitler, un’agenda incentrata sul massacro degli ebrei. Chaplin sperava di evidenziare gli orrori dell’antisemitismo contrastando il bambino & doltish Hynkel con il barbiere compassionevole. Usando i suoi soldi, Chaplin ha usato la commedia per fare la guerra contro i nazisti.

Un finale alternativo

La trama del Grande Dittatore impiega un classico tropo della commedia: mistaken identity. Il personaggio del barbiere di Charlie Chaplin assume l’identità di Adenoid Hynkel, usando l’opportunità di porre fine al regno del terrore del regime toimaniano e invertire il vero genocidio che si sta svolgendo in Europa in quel momento.

Originariamente, Charlie Chaplin voleva che il film finisse con il barbiere che si rivolgeva alla nazione con una routine di danza senza parole e slapstick. Tuttavia, poiché la gravità del pogrom nazista divenne più evidente, Chaplin scelse un finale diverso.

Invece di valzer, il barbiere nel Grande dittatore dà un discorso straziante. “Vorrei aiutare tutti, se possibile. Ebreo-Gentile-Uomo nero, bianco”, inizia. “Non vogliamo odiarci e disprezzarci a vicenda. E questo mondo ha spazio per tutti, e la buona Terra è ricca può provvedere a tutti.”

Un sorprendente esempio di revisionismo storico nel cinema, questo discorso finale fornito dal barbiere ebreo nelle vesti di Adenoid Hynkel è stato scritto da Charlie Chaplin come una sfida diretta ad Adolf Hitler e agli obiettivi del suo partito. Chaplin non sapeva che il messaggio avrebbe raggiunto Hitler.

Due proiezioni private

Adolf Hitler era più che un fan occasionale di Charlie Chaplin. Aveva visto decine di film del comico per il momento Il grande dittatore è stato rilasciato. Motivato dalla sua vanità ben documentata, Hitler chiese una copia del film nonostante i film di Chaplin fossero vietati in Germania a causa del sospetto retaggio ebraico dell’attore. Si dice che Hitler abbia guardato il Grande Dittatore non solo una volta, ma due volte.

Si dice anche che Adolf Hitler non apprezzasse la rappresentazione di Charlie Chaplin di lui. Mentre alcuni storici sostengono che il film ha incitato un grande capriccio temperamento, altri scrivono Hitler semplicemente rise fuori.

Il Grande dittatore ha fatto poco per sedare l’olocausto del Partito nazista, ma Charlie Chaplin ha ancora usato la sua piattaforma per avvertire il mondo del terrore che si sta svolgendo in Europa. Alla fine del 1945, mentre la seconda guerra mondiale si chiudeva drammaticamente, l’incomprensibile portata del massacro decretato da Adolf Hitler era cristallina.

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