Testo: Carolina W. Sandell-Berg, tradotto dallo svedese all’inglese da Ernst W. Olson.
Musica: TRYGGARE KAN INGEN VARA, melodia svedese, arrangiata da Oskar AhnÂfelt.
Tema: Ecco quale amore il Padre ci ha donato per essere chiamati figli di Dio! Perciò il mondo non ci conosce, perché non Lo conosceva. I Giovanni 3: 1.
La vista dal Portico: “‘Figli del Padre Celeste’ è una ninna nanna dolce e bella che viene tradizionalmente ascoltata ai funerali svedesi da queste parti. Quando il piccolo gruppo familiare si alzò per cantare questa canzone all’inizio del servizio, sapevo di essere nei guai. Ho tenuto il mio con solo il mio mento tremante, fino a quando hanno cantato l’ultima strofa Swedish in svedese. E ‘ tutto. Le lacrime scorrevano ed era così bello.”
Garrison Keillor: “Una volta cantai la linea di basso dei Figli del Padre Celeste in una stanza con circa tremila luterani; e quando abbiamo finito, tutti avevamo le lacrime agli occhi, in parte dalla promessa che Dio non ci abbandonerà, in parte dalla vicinanza di tutte quelle belle voci. Unendoci in armonia, in qualche modo promettiamo che non ci abbandoneremo l’un l’altro.”
in modo Sicuro nel Suo seno raccogliere
Immerso uccello né stelle in cielo
un rifugio chiunque fu dato
Dio il Suo consumano tendono e nutrire
Nel Suo santo tribunali fiorire
Da il male, le cose che i ricambi li
Nelle Sue possenti braccia Lui li porta
Né la vita né la morte è sempre
Dal Signore ai Suoi figli sever
A loro la Sua grazia, Egli mostra
E i loro dolori tutti, conosce
anche Se dà o prende
Dio i Suoi figli ne mai abbandona i
la Sua amorevole scopo esclusivamente
Per preservare la loro puro e santo
Lo i loro stessi capelli Egli numeri
E nessuna cura quotidiana graves
Loro che condividono la Sua benedizione ev’ry
E il Suo aiuto in guai angosciante
Lodare il Signore in numeri gioiosi
Il tuo protettore non dorme mai
Alla volontà del tuo Difensore
Ev’ry nemico uomo deve arrendersi.
Lina Berg, come era conosciuta dai suoi amici, ha scritto e pubblicato testi di canti fin da bambina. Era una bambina malata e all’età di dieci anni dovette rimanere a casa mentre il resto della sua famiglia frequentava la chiesa luterana dove suo padre era pastore. Quando Lina aveva ventitré anni, accompagnò suo padre in una gita in barca e guardò mentre cadeva dalla barca e annegava davanti ai suoi occhi.
Dopo quell’esperienza, Lina scrisse l’altro inno per il quale è più conosciuta nel mondo anglofono, Giorno per giorno.
La forza che trovo per affrontare le mie prove qui
Confidando nel saggio conferimento di mio Padre
Non ho motivo di preoccupazione o di paura
Colui il cui cuore è benigno oltre ogni misura
Dà ad ogni giorno ciò che ritiene migliore!
Amorevolmente la sua parte di dolore e piacere
Mescolando fatica con pace e riposo.