Parassiti del pesce Cichla piquiti (Cichlidae) nativi e invaso Brasiliano bacini: il rilascio non dal nemico, ma da i suoi effetti

Il nemico rilascio ipotesi è spesso usato per spiegare il successo di invasori, postulando che le specie introdotte sono fuggiti dalla loro nativa di nemici, tra cui i parassiti. Qui, abbiamo testato questa ipotesi per il tucunaré (Cichla piquiti), un ciclide predatore, e i suoi endoparassiti. In primo luogo, i parassiti e la loro influenza sulla condizione degli ospiti nell’ambiente nativo, il fiume Tocantins (TO), sono stati confrontati con un ambiente in cui è stato introdotto il pesce, il fiume Paraná (PR). Poi, i confronti delle abbondanze di Diplostomidae trematodi oculari e Contracaecum sp. i nematodi larvali sono stati fatti tra il tucunaré introdotto e due predatori nativi del PR, Hoplias malabaricus e Raphiodon vulpinus. Nove specie di endoparassiti sono state registrate in totale, cinque delle quali si verificano in entrambe le località. La ricchezza totale delle specie non differiva tra le località e la condizione dei pesci era influenzata negativamente dai cestodi Sciadocephalus megalodiscus solo nel TO. Nel PR, abbondanza di Contracaecum sp. non differiva tra nativi e invasori; tuttavia, i trematodi oculari erano più abbondanti nel pesce nativo H. malabaricus, che potrebbe rappresentare un vantaggio per l’invasore se fossero in competizione per la preda. Questi risultati non hanno sostenuto l’idea che la fuga dai parassiti favorisse l’insediamento di C. piquiti nel PR. Invece, la fuga dagli effetti dei parassiti sembra una spiegazione migliore, e sono necessari ulteriori studi che esaminano gli effetti sulla fisiologia e/o sull’idoneità dell’ospite negli intervalli nativi e introdotti.

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