La monaca Hwídah ha composto questo sonetto insolito per la tua contemplazione:
Mi sono imbattuto in un antico nascondiglio di codice:
una pila di stampe, alte come qualsiasi uomo,
che in scatole in decomposizione erano state stivate.
Diecimila pagine fatiscenti lungo corse.
Abbandonato nell’oscurità per erodere,
ciò che ha guidato una nave attraverso l’oscurità fino alla luna.
La lingua è inutilizzata in questo ultimo anno.
L’hardware di destinazione, allo stesso modo, si trova in rovina.
Sepolta nell’ambito di una sola procedura,
una riga di codice e poi appaiono queste parole:
# TEMPORANEO, SPERO SPERO SPERO
Il codice oltre a persistere fino all’ultimo—
permanente come qualcosa su questa sfera—
mentre sopra la testa, una luna vacante vola oltre.
Nota del redattore
Ispirato da questa storia del codice del computer di guida Apollo per Apollo 11,e questo codice all’interno,e ovviamente Ozymandias di Percy Bysshe Shelley.
Ho cercato di attenermi allo schema di rima insolito (e non standard)di Shelley per il sonetto, ma mi sono allontanato da questoseconda all’ultima riga per ragioni poetiche. Per una linguache eccelle nel rubare parole da altre culture, l’ingleseha una spaventosa mancanza di rime.