Un cloudlet è un data center o cluster di computer su piccola scala progettato per fornire rapidamente servizi di cloud computing a dispositivi mobili, come smartphone, tablet e dispositivi indossabili, in prossimità geografica.
L’obiettivo di un cloudlet è aumentare il tempo di risposta delle applicazioni in esecuzione su dispositivi mobili utilizzando connettività wireless a bassa latenza e ad alta larghezza di banda e ospitando risorse di cloud computing, come le macchine virtuali, fisicamente più vicine ai dispositivi mobili che vi accedono. Ciò ha lo scopo di eliminare i ritardi di latenza della wide Area network (WAN) che possono verificarsi nei modelli di cloud computing tradizionali.
Il cloudlet è stato specificamente progettato per supportare applicazioni mobili interattive e ad alta intensità di risorse, come quelle per il riconoscimento vocale, l’elaborazione del linguaggio, l’apprendimento automatico e la realtà virtuale.
Differenze chiave tra un cloudlet e un data center cloud pubblico
Un cloudlet è considerato una forma di cloud computing perché fornisce servizi ospitati agli utenti su una rete. Tuttavia, un cloudlet differisce da un data center di cloud pubblico, come quelli gestiti da fornitori di cloud pubblici come Amazon Web Services, in diversi modi.
Innanzitutto, un cloudlet è autogestito dalle aziende o dagli utenti che lo utilizzano, mentre un data center cloud pubblico è gestito a tempo pieno da un provider cloud. In secondo luogo, un cloudlet utilizza prevalentemente una rete locale (LAN) per la connettività, rispetto a Internet pubblico. In terzo luogo, un cloudlet è impiegato da meno utenti localizzati rispetto a un importante servizio cloud pubblico. Infine, un cloudlet contiene solo copie di dati” soft state”, come una copia della cache o un codice memorizzato altrove.
Il prototipo cloudlet
Un prototipo di implementazione di un cloudlet è stato originariamente sviluppato dalla Carnegie Mellon University come progetto di ricerca, a partire dal 2009. Il termine cloudlet è stato coniato dagli informatici Mahadev Satyanarayanan, Victor Bahl, Ramón Cáceres e Nigel Davies.