La disbetalipoproteinemia familiare deriva in parte da un difetto genetico dell’apolipoproteina E (apoE) che impedisce il normale legame dei residui di chilomicrone a uno specifico recettore epatico apoE. Abbiamo sviluppato una tecnica per misurare la conseguente anomalia nella clearance dei residui di chilomicroni in questi pazienti. La somministrazione orale di retinolo e Lipomul permette l’etichettatura dei chilomicroni nascenti con retinil palmitato (RP). La RP viene misurata mediante cromatografia liquida ad alta pressione nel plasma e in frazioni di lipoproteine isolate da 10-12 campioni di sangue orari. La clearance dei resti di chilomicroni (T½) è calcolata dal tasso di scomparsa di RP da chilomicroni e lipoproteine a densità molto bassa. Il metodo è risultato sicuro e senza effetti collaterali in 45 adulti. Il residuo di chilomicrone T½ è stato di 1,5±0,5 ore in 7 persone con lipidi normali a digiuno. Non c’è stato alcun cambiamento nella lipoproteina a bassa densità RP; nessun RP è stato trovato nella lipoproteina ad alta densità; non è stato trovato alcuno scambio di RP tra lipoproteine. Sono stati studiati cinque pazienti con disbetalipoproteinemia familiare, tra cui un adolescente omozigote per la variante genetica apoE 2 (apoE 2/2) con iperlipoproteinemia grave di tipo III, xantoma tuberoeruptivo pruriginoso generalizzato e xantoma striata palmaris. Tutti i pazienti non sono riusciti a cancellare la RP durante il test, coerentemente con il fallimento dell’upake epatico dei resti di chilomicroni portatori di questa variante di apoE.